SBRISULÙUSA

Torta friabile (che la sè sbrisùla e cioè che si sbriciola)

 

Nata intorno al XV secolo nelle campagne della valle del Po, più precisamente nel Cremonese, la torta veniva  preparata con la  sola farina di mais, miele e  strutto. Simbolo della città lombarda alcuni sostengono fosse stata servita per tragica metafora  ( da sbriciolare, sbrizzare, sminuzzare, stritolare) al castello di Maccastorna la tragica notte del 24 luglio 1406 in cui Cabrino fece trucidare il nemico Cavalcabò

 

La torta è una antica  tradizionale di Cremona , si presenta con un colore dorato dovuto alla presenza nell’impasto di farina di mais e mandorle. Insieme alle frittelle e i biligòt la “sbrisolùsa” è il dolce tipico della festa di Sant’Antonio abate 17 gennaio.

 

La preparazione è semplice: si impastano 2 parti di farina 00, 2 di farina gialla, una di zucchero, una di burro o meglio di strutto. (taluni legano con un uovo). La cottura può farsi a 200 x ½ ora o 160° x 1 ora. La maggior parte dei cremonesi preferisce una torta non troppo friabile come la sorella mantovana che contiene mandorle e lievito ( la sbrisolona mantovana, immeritatamente ha sostituito la vera sbrisulùusa cremonese nei frettolosi ricettari moderni e nelle preparazioni industriali in vendita al dettaglio)